La causa degli effetti collaterali indotti dalle statine è nota da tempo: “Le statine riducono il Coenzima Q10 nelle cellule. Producono danni muscolari, anche al cuore, non sempre, ma talvolta sì...” continuava a ripetere come un mantra un grande Maestro (Mauro Carratelli, biochimico di fama e ideatore di numerosi test ematologici, n.d.r.), già venticinque anni fa. L’attenzione dei Medici verso i pazienti che fanno uso di questa classe di farmaci è, anzi dovrebbe essere ma non è, per tal motivo, massima. Integrare la loro dieta con supplementazioni di Coenzima Q10 dovrebbe rappresentare un obbligatorio salvagente da parte di chi prescrive un farmaco dannoso e si assicura di limitarne i danni, per il bene del Paziente. Si sono avute notizie dal mondo, negli anni (2001), di numerosi pazienti morti per effetti collaterali della terapia con statine (1000 casi di effetti collaterali severi solo in Germania, 7 dei quali mortali e, secondo alcuni altri calcoli, circa 500 casi mortali totali nel mondo a causa dell’uso del Lipobay). Il Coenzima Q10, infatti, svolge la straordinaria funzione antiossidante (anti radicali liberi) proprio nei confronti del tessuto muscolare (anche cardiaco). Ketozona da sempre sostiene l’idea e la filosofia del Dr Caletti che la prevenzione cardiovascolare si effettui con dieta, EPA/DHA e supplementazione di antiossidanti, ovvero mettendo in atto un potente effetto antinfiammatorio. Questo perché l’unico fattore sempre presente che lega i vari accidenti cardiovascolari (e non solo) è l’infiammazione e non l’aterosclerosi (che invece non sempre è una causa di cardiopatia e che probabilmente ha una genesi infettiva in cui il colesterolo gioca un ruolo protettivo, anziché causale(1). La ricerca scientifica è unita nel riconoscere che sia l’ossidazione del colesterolo e non la sua quantità ematica a fare la differenza in senso patologico cardiovascolare. È infatti maggiormente a rischio di cardiopatia un paziente che, pur con colesterolemia a 150, abbia un forte stress ossidativo, rispetto ad un paziente con colesterolemia a 300 ma con uno stato ossidativo normale e che dunque non vede ossidato il proprio, elevato, colesterolo. Inoltre, l’elevata quota di colesterolo ematico (anche di LDL) rappresenta un fattore favorevole per l’invecchiamento e non un ostacolo, secondo uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association del 1990, ad opera del Dr. Harlan Krumholz, del Dipartimento di Medicina Cardiovascolare dell’Università di Yale, da cui emerge che le persone oltre i 70 anni di età con colesterolo basso hanno una percentuale di mortalità doppia per arresto cardiaco rispetto alle persone con colesterolo alto(2). Eppure, nonostante le numerosissime evidenze contrarie, la lotta al colesterolo ha prodotto uno dei più grandi movimenti farmacologici della storia della medicina. E non solo le case farmaceutiche, con le statine, si sono messe in campo, persino le aziende di rimedi omeopatici, fitoterapici, organoterapici, etc., hanno fatto la loro, personale, battaglia contro questo ‘sterolo’. Anche per loro il colesterolo è il nemico da combattere, ma le loro indicazioni sono fuorvianti ed imprecise. La vera battaglia va combattuta contro l’infiammazione e l’ossidazione patologica (con la dieta dunque), in modo che il povero colesterolo, così nobile e necessario al buon funzionamento del nostro organismo, potrà continuare ad aiutarci a sopravvivere. Questo è il motivo per cui Ketozona non presenterà in vendita un integratore specifico contro la produzione di Colesterolo, andando semmai nella direzione di regolarne la produzione in modo fisiologico (l’infiammazione cronica può alterare anche questo meccanismo) e mai violento.

Come detto sopra, una statina della Bayer (Lipobay) fu tolta dal mercato nel 2001 per i numerosi casi di morte da rabdomiolisi (una terribile malattia che distrugge i muscoli) indotta dal farmaco stesso, che poi magicamente è riapparso sul mercato con un nuovo nome. Un tribunale della città argentina di Rosario ha, nel 2008, condannato la Bayer a pagare i danni ad un paziente danneggiato dal Lipobay/Baycol, il quale, dopo aver assunto il farmaco, ha sofferto una degenerazione delle fibre muscolari ed una insufficienza renale grave che lo hanno condotto a una disabilità permanente. Già in molte altri casi la Bayer, produttrice del farmaco, era stata ritenuta responsabile di danni, ma, raggiungendo accordi privati con le parti lese, non era arrivata, come in questo caso, alla condanna in tribunale. La sentenza di accusa del giudice, Sylvia Aramberri, condanna la Bayer per aver coscientemente immesso sul mercato il Baycol nonostante gli effetti collaterali fossero ben noti alla stessa azienda. Le cronache di quegli anni ci raccontano, inoltre, che la Bayer continuò a vendere il Lipobay/Baycol nonostante fosse stato accertato che i pazienti utilizzatori si ammalavano o morivano molto più frequentemente dei pazienti che assumevano statine simili.

Secondo il Dottor Bruce Psaty, professore di Medicina ed Epidemiologia alla Univesity of Washington, il Baycol aveva di gran lunga la più alta incidenza di rabdomiolisi di qualunque altra statina in commercio. Il rischio, col Baycol, era infatti 10 volte più alto che con altre statine. Quando la Bayer sospese le vendite del farmaco, i casi di rabdomiolisi segnalati avevano superato le decine di migliaia.

A dimostrazione degli effetti dannosi sul muscolo ad opera del farmaco, i pazienti supplementati con Coenzima Q10 riducono il danno muscolare stesso(3). Un ulteriore studio(4) ha registrato una riduzione della quantità di Coenzima Q10 nei muscoli delle persone in terapia con statina, mentre altre ricerche(5-12) ci descrivono la biochimica dell’Ubidecarenone (Coenzima Q10), il suo ruolo nel metabolismo cellulare, le evidenze del legame tra la sua deplezione e la terapia col farmaco e il rapporto tra la sua carenza e l’ipertensione arteriosa o la fibromialgia. Il quadro dunque sta diventando sempre più chiaro.

Certo, non sempre succede che i danni siano importanti e, naturalmente, non sempre i pazienti si ammalano di rabdomiolisi o di cancro. Se però pensiamo che le statine sono il farmaco più venduto nel mondo e che, solo dopo le ultime indicazioni del 2007 per la riduzione della colesterolemia, 15 milioni di americani si sono aggiunti al loro risveglio mattutino a quelli che già assumevano il farmaco, solo perché una commissione ha deciso che essi erano a rischio, allora possiamo comprendere l’importanza del fenomeno e la sua potenziale e devastante pericolosità.

Insomma, gli effetti positivi delle statine non sono documentabili facilmente, anzi, mentre quelli negativi e mortali sì, come testimoniano i più di 500 pazienti morti (escludendo quelli uccisi per altre cause, cancro compreso) per una malattia, la rabdomiolisi, prodotta dallo stesso farmaco che avrebbe dovuto proteggerli dagli effetti di una sostanza (il colesterolo) che, in realtà, mai li avrebbe portati a morire.

Riferimenti

  1. Ravnskov U.et Alii, Review and Hypothesis: Vulnerable Plaque Formation from Obstruction of Vasa Vasorum by Homocysteinylated and Oxidized Lipoprotein Aggregates Complexed with Microbial Remnants and LDL Autoantibodies in Annals of Clinical & Laboratory Science, vol. 39, no. 1, 2009.
  2. Krumholz HM et Alii, Lack of association between cholesterol and coronary heart disease mortality and morbidity and all-cause mortality in persons older than 70 years in Journal of the American Medical Association 272, 1335-1340, 1990.
  3. Päivä H-Thelen KM et Alii, High-dose statins and skeletal muscle metabolism in humans: a randomized, controlled trial, in Clin Pharmacol Ther. Jul;78(1):60-8, 2005.
  4. Hargreaves IP-Duncan AJ-Heales SJ-Land JM. The effect of HMG-CoA reductase inhibitors on coenzyme Q10: possible biochemical/clinical implications in Drug Saf., 28(8):659-76. 5 2005.
  5. Lister RE. An open, pilot study to evaluate the potential benefits of coenzyme Q10 combined with Ginkgo biloba extract in fibromyalgia syndrome , in J Int Med Res, 30:195-9, 2002.
  6. Cordero MD-Moreno-Fernandez AM-deMiguel M, et Alii., Coenzyme Q10 distribution in blood is altered in patients with fibromyalgia in Clin Biochem 42:732-5, 2009.
  7. Lee YJ-Cho WJ-Kim JK-Lee DC. Effects of coenzyme Q10 on arterial stiffness, metabolic parameters, and fatigue in obese subjects: a double-blind randomized controlled study in J Med Food, 14:386-90, 2011.
  8. Ho MJ-Bellusci A-Wright JM., Blood pressure lowering efficacy of coenzyme Q10 for primary hypertension (review) in Cochrane Database Syst Rev Cd007435, 2009.
  9. Yamagami T-Takagi M-Akagami H, et Alii., Effect of coenzyme Q10 on essential hypertension, a double blind controlled study. In: Folkers KA, Yamamura Y, eds. Biomedical and Clinical Aspects of Coenzyme Q, Vol. 5. Amsterdam: Elsevier Science Publications, 337-43, 1986.
  10. Digiesi V-Cantini F-Oradei A, et Alii. Coenzyme Q10 in essential hypertension in Mol Aspects Med 15 Suppl:s257-63, 1994.
  11. Marcoff L-Thompson, PD. The role of coenzyme Q10 in statin-associated myopathy: a systematic review in J Am Coll Cardiol 49:2231-7, 2007.
  12. Teran E-Hernandez I-Nieto B, et Alii. Coenzyme Q10 supplementation during pregnancy reduces the risk of pre-eclampsia inInt J Gynaecol Obstet 105:43-5, 2009.

 

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